Basta con i tassisti intoccabili. Le licenze sono del tutto insufficienti a soddisfare la domanda, soprattutto nelle grandi città. L’Antitrust ha confermato che il limite del 20% delle licenze introdotto dal nuovo provvedimento del governo, il decreto Asset, impedisce di risolvere il problema dei taxi. Un netto peggioramento rispetto alla normativa precedente che non poneva alcun tetto all’incremento delle licenze. Se a questo si aggiunge che pure quel 20% è rimasto solo sulla carta.
L’Autorità per la concorrenza e il mercato ha segnalato iinoltre che si sono riscontrate criticità a Milano, Napoli e Roma. L’offerta è inadeguata anche a Palermo mentre nei comuni di Bologna, Genova e Torino non sono emerse particolari problemi nell’offerta. “Occorre aumentare la flessibilità dei turni e adeguare il numero delle licenze alla domanda, spiega l’Antitrust, con un incremento che vada oltre al 20% fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto Asset”.
L’Antitrust è tornato sul tema dei taxi in Italia su cui era intervenuto lo scorso anno, chiedendo ai comuni di Roma, Milano e Napoli di adeguare il numero di licenze. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, a seguito di un’indagine, aveva inviato a questi comuni un richiamo evidenziando alcune criticità.
Oltre alla carenza di licenze per soddisfare la domanda di taxi, che genera un numero molto elevato di richieste inevase e tempi di attesa eccessivamente lunghi, l’AGCM aveva puntato il dito pure su di una diffusa inerzia dei Comuni nel richiedere alle cooperative di taxi le informazioni necessarie a verificare l’adeguatezza del servizio, con esiti negativi in termini di rilevazione e correzione tempestiva di eventuali criticità e un’eccessiva rigidità del regime dei turni. Adesso, dopo Roma, Milano e Napoli, l’AGCM mette nel mirino anche Firenze e Palermo.
In particolare, evidenzia la strutturale carenza dell’offerta e l’assenza di controlli e di misure di regolamentazione flessibile dei turni rilevata a Palermo e la mancanza di un meccanismo di monitoraggio sull’erogazione e sulla qualità del servizio a Firenze. L’Autorità ha voluto analizzare anche la situazione di Bologna, Genova e Torino, dove non sono emerse particolari criticità nell’offerta del servizio.
Per migliorare l’efficienza e la qualità del servizio taxi, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha suggerito nelle proprie segnalazioni ai Comuni l’adozione di alcune misure correttive. Innanzitutto, l’Antistrust suggerisce di adeguare il numero delle licenze alla domanda spingendo l’aumento oltre il tetto del 20% fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto Asset, adottando in tempi brevi i bandi di concorso pubblico per l’assegnazione delle nuove licenze.
In secondo luogo, evidenzia la necessità di rendere stabile ed effettivo il monitoraggio sulla qualità del servizio, richiedendo, almeno annualmente, alle cooperative di taxi le informazioni necessarie per stabilire se il numero di licenze attive sia sufficiente a soddisfare la domanda, rendendo pubblico l’esito del monitoraggio.
Andrebbero poi adottate misure aggiuntive, come la regolamentazione dell’istituto delle doppie guide, l’implementazione del taxi sharing e l’efficientamento dei turni. In questo modo, a Firenze, per esempio, nei periodi di maggior domanda, i tassisti possono svolgere i propri servizi con più flessibilità e l’amministrazione comunale può rilasciare licenze temporanee. Infine, i Comuni devono adeguare, laddove necessario, il numero di licenze taxi rilasciate a vetture attrezzate per il trasporto dei soggetti disabili, per svolgere questo particolare servizio.
Il Comune di Milano sta portando avanti il lavoro per arrivare ad indire un bando di concorso per l’assegnazione di 450 nuove licenze taxi. Il tema delle licenze dei taxi in Italia è stato molto dibattuto e ha visto l’intervento del Governo attraverso il Dl “Asset ed investimenti”.
Come evidenzia Arianna Censi, assessora alla Mobilità di Milano, è necessario migliorare il servizio taxi all’interno della città, soprattutto in alcune fasce orarie. Inoltre, è essenziale offrire più auto per il trasporto di disabili.
“Ritengo – ha affermato Arianna Censi – che sia soprattutto essenziale che la nostra città possa avere a disposizione più auto adibite al trasporto delle persone diversamente abili. Garantire la mobilità a chi ne ha più bisogno è il segno di una città accogliente e inclusiva. La nuova legge ci offre l’opportunità di venire autonomamente incontro a queste esigenze, ma continuo a pensare che, se Regione Lombardia avesse risposto alle nostre richieste di emissione di nuove licenze, quanto meno il 20 per cento del contributo economico sarebbe andato al Comune per interventi a favore dei taxi, come nuove corsie riservate, sicurezza, parcheggi dedicati, invece di redistribuire tutta la cifra tra i tassisti”.