domenica 24 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

LA TELA RUBATA

Vittorio Sgarbi contro Report. Il sottosegretario avrebbe diffidato la Rai per un’inchiesta su di lui realizzata dal programma di Rai3. Ma l’atto non sembra aver intimidito Sigrifido Ranucci, tanto che per stasera in prima serata resta prevista la messa in onda del servizio giornalistico “La tela di Vittorio” di Manuele Bonaccorsi che ha come protagonista il sottosegretario alla Cultura.  Al centro dell’inchiesta il mistero su un dipinto si sua proprietà che presentò come “inedito” ma che risulterebbe rubato.

Report ha trasmesso ieri sera, domenica, l’inchiesta che ha fatto registrare un  alto indice di ascolti.

LA VICENDA

“L’8 dicembre 2021 a Lucca Vittorio Sgarbi, in una mostra da lui curata, presenta un’opera inedita di sua proprietà. Si chiama “La cattura di San Pietro” del pittore caravaggista Rutilio Manetti. Valore di mercato: alcune centinaia di migliaia di euro – si legge in un comunicato della trasmissione-. Secondo il testo curatoriale, firmato da Sgarbi, l’opera proviene da Villa Maidalchina, una residenza nobiliare del Viterbese, di proprietà del critico d’arte. Nessuno si accorge, però, che un’opera che appare del tutto identica risulta rubata.

Il dipinto è contenuto nella banca dati del nucleo di tutela dei Beni Culturali, in seguito alla denuncia della signora Margherita Buzio. Nel febbraio 2013 la signora Buzio racconta ai carabinieri della Caserma di Vigone (TO) che ignoti si sono introdotti nel castello di sua proprietà e hanno ritagliato e asportato la tela di Manetti.

Al suo posto, con una spillatrice, hanno piazzato una pessima foto dell’opera. La vittima del furto avanza anche dei sospetti: una persona di nome Paolo Bocedi, alcune settimane prima del furto, aveva visitato per due volte il castello, chiedendo di acquistare proprio quell’opera. Paolo Bocedi è uno storico collaboratore e amico di Vittorio Sgarbi. Proprio Bocedi, nella primavera del 2013, consegna per conto di Vittorio Sgarbi un’opera strappata e arrotolata al restauratore Gianfranco Mingardi di Brescia.

Per Mingardi è proprio “La cattura di San Pietro” di Manetti, la stessa opera rubata al castello di Buriasco ed esposta nel 2021 a Lucca. C’è solo una differenza: nel quadro esposto a Lucca, in alto a sinistra appare una candela che nell’opera consegnata al restauratore non c’era. Secondo Mingardi si tratta di un elemento aggiunto dopo il restauro, per rendere l’opera irriconoscibile. Per il resto l’opera di Lucca, spiega Mingardi, è identica a quella da lui restaurata.

Sgarbi, interpellato da “Report”, ribatte che il dipinto si trovava a Villa Maidalchina, è stato rinvenuto dal critico dentro un interstizio. Ma l’ex proprietario, Luigi Achilli, lo smentisce: la villa da lui ceduta a Sgarbi nel 2000 era abbandonata e completamente spoglia. Il testo curatoriale della mostra di Lucca spiega anche che la presenza dell’opera nella villa Maidalchina sarebbe certificata da un atto notarile del 1649. Ma “Report” ha verificato all’Archivio di Stato di Viterbo: l’atto seicentesco non fa alcuna menzione dell’opera”.

A prendere parola sulla questione anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione di vigilanza Rai che dichiarano: “La diffida di Vittorio Sgarbi a mandare in onda l’inchiesta di Report che lo riguarda su un quadro del Seicento rubato, è irricevibile e rappresenta l’ennesima intimidazione inaccettabile al Servizio Pubblico e alla libertà di stampa.Siamo di fronte all’ ultimo capitolo di una questione morale che attraversa in maniera trasversale governo e maggioranza, che non si fanno scrupolo a minacciare il giornalismo indipendente con minacce, querele e diffide come già in passato avevano fatto Urso e Gasparri. Purtroppo è questa la cifra del governo Meloni: mandare avanti i giornalisti amici e militanti dei partiti di governo e mettere all’angolo chiunque faccia sul serio il proprio lavoro portando alla luce il marcio come fa meritoriamente la trasmissione di Sigfrido Ranucci. Siamo convinti e chiediamo con forza che la Rai non si faccia intimidire dalle minacce di Sgarbi e mandi in onda normalmente Report, a tutela della propria indipendenza e dei cittadini che pagano il canone”.

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