Clamorosa sconfitta dello Stato e della Giustizia in una delle vicende più cupe e dolorose della storia italiana: la Terra dei fuochi, ovvero lo sversamento in terreni agricoli di un milione di tonnellate di rifiuti estremamente nocivi e pericolosi a Acerra che hanno fatto impennare i casi di tumori oltre che devastare l’intero territorio.
Ebbene la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio il decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Napoli e relativo al patrimonio del valore di oltre 220 milioni di euro dei tre fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, imprenditori condannati con sentenza definitiva per traffico illecito di rifiuti e ritenuti tra i responsabili dell’inquinamento dell’area di Acerra, comune dell’hinterland napoletano compreso nella cosiddetta Terra dei Fuochi. I beni dovranno essere ora restituiti ai Pellini.
L’ammontare dei beni confiscati ai Pellini, a seguito delle loro attività illecite legate allo smaltimento di rifiuti, è un’enormità. Soldi, conti correnti, quote societarie, auto di lusso, ville, terreni, addirittura anche un elicottero, nel tesoro che lo Stato ha finora tenuto lontano dai Pellini, ma che potrebbe tornare nelle loro disponibilità. Secondo la legge infatti, la giustizia avrebbe dovuto prendere una decisione entro 18 mesi dall’inizio della controversia, pena il decadimento per decorrenza dei termini. I 18 mesi sono già trascorsi, anche a causa di una nuova immissione al ruolo decisa dai giudici nella prima ed ultima udienza del 2023.
“Le sentenze si rispettano oppure, quando c’è la possibilità, si impugnano”. Ha detto il sindaco di Acerra, Tito d’Errico, commentando l’annullamento, da parte della Cassazione, della confisca dei beni ai fratelli Pellini. “Questa amministrazione comunale – ha aggiunto – in continuità con le amministrazioni passate, prosegue il lavoro di tutela ambientale della città. Il parlamentare dei Cinque Stelle Cafiero De Raho ha definito la sentenza “più che uno scandalo”. Ma è stato attaccato da esponenti del centrodestra.