sabato 23 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

“THANK YOU JOE”

Convention democratica di Chicago. Prima lei e poi lui, Kamala Harris e Joe Biden sono saliti sul palco dello United Center  e l’arena è esplosa in visibilio. A dominare i cori: “Thank you Joe”, “We love Joe”. E il presidente si è commosso.

L’ultimo intervento del primo giorno, il più atteso – scrive Federica Farina per La Voce di New York – quello di Biden è stato un passaggio del testimone emozionante, che ha ripercorso tutti i momenti della sua carriera politica, del suo mandato da presidente, togliendosi lo sfizio di qualche frecciatina anche ai membri del suo stesso partito che hanno dubitato di lui prima che decidesse di ritirarsi. Ha ricordato i successi della sua amministrazione, anche quelli più recenti con la liberazione degli ostaggi e i prezzi delle medicine calmierati. L’atteggiamento, lo stile, sono rimasti intatti a rimarcare quanto Harris sia stata la scelta giusta nel 2020 e lo sarà anche nel 2024.

Si sapeva che Harris era in città — e lo sarà fino a giovedì, a parte per domani che è a Milwaukee per un rally —, ma non era programmato che salisse sul palco e omaggiasse l’arena. Poi è riapparsa nel suo trono, fra la folla, circondata dal marito Doug Emhoff e il compagno di corsa Tim Walz con la moglie Gwen.

E come la vice, tante altre donne sono intervenute stasera: la governatrice dello Stato di New York Kathy Hochul, la deputata alla Camera Alexandria Ocasio-Cortez, l’ex segretaria di Stato Hillary Clinton, la figlia di Joe Biden, Ashley, e la First Lady Jill. Ma non solo donne di spicco, anche americane comuni che hanno raccontato la propria esperienza personale da sopravvissute ad aborti, dissanguamenti e violenza domestica, senza sostegno o cure mediche. Per quanto anche la fetta maschile fosse di pari livello — l’allenatore della nazionale di basket USA, fresca di medaglia d’oro ai Giochi, Steve Kerr, e il governatore del Kentucky Andy Beshear, fra gli altri — i riflettori e gli occhi degli oltre 23.000 persone erano puntati sulle donne.

La sorpresa della convention è l’arrivo sul palco, non programmato, proprio di Kamala Harris a metà serata, salutando i delegati tra ovazioni. Nel suo primo discorso alla Convention nazionale democratica di Chicago, la candidata democratica alla presidenza ha ringraziato il presidente Joe Biden dopo la sua rinuncia alla corsa alla Casa Bianca. “Voglio iniziare celebrando il nostro incredibile Presidente Joe Biden”, ha detto Harris, precedendo il discorso che il Presidente ha tenuto più tardi. Lo ha ringraziato Biden per la sua “storica leadership” e ha detto che l’America gli è “per sempre grata”, anche per “tutto quello che continuerà a fare”. Ha poi invitato i partecipanti a “combattere per le proprie idee”, a essere “una voce, una popolo”, concludendo la sua breve apparizione con lo slogan: “When we fight, we win!”.

Cinque lunghi minuti di standing ovation per Biden tra applausi, cori da “We love Joe” e spuntano anche le lacrime: la convention democratica di Chicago ha aperto accogliendo il presidente Joe Biden, nelle ore notturne in Italia, e ascoltando appassionatamente quello che è stato definito il suo “canto del cigno”, insomma, il suo discorso di addio alla corsa per la Casa Bianca e forse alla politica. (Le foto sono di Federica Farina “La Voce di New York”)

La prima giornata della Convention si è conclusa con il saluto caloroso dei delegati in piedi al presidente, introdotto dalla First Lady, Jill Biden, e dalla figlia Ashley, con le grida lanciate nell’arena: “Thank you Joe” e “We love Joe”. Nel suo discorso, che segna il passaggio di testimone a Kamala Harris, il Presidente uscente ha rilanciato i cavalli di battaglia della campagna dem anti-Trump: “Siete pronti a votare per la libertà, per la democrazia, a eleggere Kamala Harris Presidente degli Stati Uniti?”, la domanda- retorica- cui ha seguito un fortissimo “Yes” di risposta dei delegati. “Abbiamo salvato la democrazia nel 2020- ha proseguito- Dobbiamo farlo di nuovo nel 2024”. E la chiusa: “America, ti ho dato il meglio di me”. Quindi l’attacco diretto a Trump: “Un perdente, un criminale”.

La convention dei democratici di Chicago è l’appuntamento ufficiale che marca la candidatura di Kamala Harris alla presidenza americana. Quattro giorni per la proclamazione ufficiale delle prima donna candidata di colore , di origine afroamericana e indiana, una candidatura imprevista, successiva al ritiro di Biden, di cui è la naturale erede, in quando sua “vice”. E dalla convention da vice uscirà leader del partito, questo l’obiettivo, con l’assist di Biden. “Abbiamo lavoro da fare – ha detto infatti il presidente – ma stiamo andando nella giusta direzione”, ha continuato rivendicando le iniziative della sua amministrazione, dalle infrastrutture alla sanità. e quindi il passaggio di testimone: “Kamala Harris è stata la mia scelta migliore, ora tocca a

Sullo sfondo dell’avvio della Convention le proteste sulla guerra in Medio Oriente, con migliaia di dimostranti, anzitutto pro-palestinesi, sono iniziate fin da domenica e proseguiranno a cadenza quotidiana. Il governatore dell’Illinois JB Pritzker ha mobilitato 250 dei 13.000 soldati della guardia nazionale a fianco della polizia per garantire la calma. E il conflitto in Medio Oriente è tra le incognite della Convention, test di unità del partito e della sua coalizione.

ELON MUSK NELLO STAFF DI TRUMP

Un ruolo di primo piano per Musk nell’amministrazione-Trump, in caso di vittoria? “È un ragazzo molto intelligente. Lo farei sicuramente. E’ un ragazzo brillante”. Questa la risposta ai cronisti del tycoon Donald Trump, candidato alla presidenza Usa avversario di Harris. Il ruolo pensato per il miliardario di X e Tesla potrebbe essere quello di consigliere o di membro del suo gabinetto. Da parte di Musk, la risposta è arrivata qualche ora dopo su X: “Sono disposto a servire”, ha scritto, postando una sua foto in giacca e cravatta, mentre finge di intervenire da un ipotetico palco con alle spalle la bandiera americana e la scritta “Dipartimento dell’efficienza governativa”.

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