domenica 24 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Tre milioni di giovani in meno, in Italia è sempre inverno demografico

Nel 2022 nel Mezzogiorno risiedono circa 3 milioni 700mila giovani, da 18 a 34 anni, in forte calo rispetto a vent’anni fa: del 28 per cento. In tutta Italia, rileva l’Istat, dal 2002 si è registrato un calo di tre milioni, pari al 23,2% .

Nel dibattito pubblico fra studiosi e policy makers, commenta questo dato preoccupante l’Istituto di statistica, si rileva un consolidato interesse verso i giovani. La persistente “questione giovanile” deriva da una preoccupazione di fondo per una fase della vita sempre più complessa sul piano identitario, delle opportunità e qualità del lavoro, del protagonismo sociale più in generale.

La condizione dei giovani italiani appare piuttosto fragile, a partire da una riduzione ormai strutturale della loro consistenza demografica. Questo l’approccio dell’Istat all’indagine che ha dato dei dati preoccupanti sull’andamento demografico nel nostro Paese.

Nel 2023 in Italia si contano circa 10 milioni 200mila giovani in età 18-34 anni; dal 2002 la perdita è di oltre 3 milioni di unità (-23,2%). L’Italia è il Paese Ue con la più bassa incidenza di 18-34enni sulla popolazione (nel 2021 17,5%; media Ue 19,6%). I giovani sono i veri protagonisti del cosiddetto “inverno demografico”: essi diminuiscono mentre la popolazione aumenta (+3,3% dal 2002 a oggi). È un fenomeno attivo fin dai “baby-boomers”.

Il Mezzogiorno d’Italia presenta una perdita accentuata di popolazione giovanile. Attualmente, la quota di giovani (18-34 anni) è maggiore nel Mezzogiorno (18,6%) rispetto al Centro-nord (16,9%), ma nel primo caso la flessione è molto severa (-28% dal 2002). Si prevede che nel lungo periodo (2061) gli ultra-settantenni saranno il 30,7% della popolazione residente nel Mezzogiorno (18,5% nel Centro-nord).

In estrema sintesi la gioventù è un’età di passaggio, ma gli attuali giovani del Mezzogiorno hanno un percorso più “lungo e complicato” verso l’età adulta. Si dilatano notevolmente i tempi di uscita dalla casa dei genitori, di formazione di una famiglia propria, della prima procreazione.

 

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