Il presidente eletto Donald Trump, già dichiarato colpevole per 34 capi di accusa, ha conosciuto l’entità della pena, diventando però l’unico inquilino della Casa Bianca con lo status di condannato e che non andrà in carcere. Il giudice Merchan ha spiegato che la decisione è legata al suo ritorno alla Casa Bianca: “Sono stati i cittadini di questa nazione a decidere che lei debba godere di protezioni come la clausola di supremazia e l’immunità presidenziale”.
Trump è stato condannato nel caso di New York relativo al pagamento alla ex pornostar Stormy Daniels (nella foto) ma non andrà in carcere. Così ha deciso il giudice Juan Merchan leggendo la sentenza. Al presidente eletto non sarà comminata neanche una multa. La condanna comunque macchia la fedina penale del tycoon, che era già stato dichiarato colpevole lo scorso maggio di 34 capi di accusa. La condanna lo fa ufficialmente diventare il primo e unico presidente americano della Storia a essere stato condannato per un crimine.
La sentenza parla di “unconditional discharge“, una formula che certifica il riconoscimento dello status di “criminale” ma senza conseguenze come carcere, sanzioni o libertà vigilata per la sua condanna. “L’evento di oggi è stata una farsa spregevole e, ora che è finito, faremo appello contro questa bufala che non merito”, ha commentato il tycoon. “Questo caso è stata una brutta esperienza ed un fallimento del sistema giudiziario di New York”, aveva detto prima della sentenza, definendo il caso “una caccia alle streghe politica per danneggiare la mia reputazione. Sono innocente”.
Il giudice Juan Merchan ha spiegato, subito dopo la lettura della sentenza, che la decisione di non comminare alcuna pena a Trump è stata determinata dal suo imminente ritorno alla Casa Bianca. “Sono stati i cittadini di questa nazione a decidere che lei debba godere di protezioni come la clausola di supremazia e l’immunità presidenziale”, ha detto il giudice rivolgendosi al presidente eletto al quale alla fine ha augurato “buona fortuna per il secondo mandato”.
Negli ultimi giorni i legali di Trump hanno percorso ogni strada possibile per fermare la pronuncia. La Corte suprema americana ha bocciato la richiesta di bloccare la sentenza di condanna, prima ancora anche la Corte d’appello di New York ha respinto la stessa richiesta. Qualche giorno fa il giudice Merchan aveva deciso che per il tycoon dovesse essere emessa la sentenza, fissando la data a 10 giorni dalla cerimonia di giuramento a Capitol Hill, in cui Trump si insedierà alla Casa Bianca come primo presidente con lo status di “felon”, criminale.