A Monaco gli uomini di Donald Trump trattano la resa dell’Europa a Putin? E’ bene ricordare la profezia di Winston Churchill nel 1938 quando fu firmato l’accordo con i nazifascisti che la storia dell’Europa ricorda come il Tradimento di Monaco: “Potevamo scegliere tra il disonore e la guerra, abbiamo scelto il disonore e avremo la guerra” disse Churchill in Parlamento.
di Nicola Perrone *
Sempre a Monaco, alla fine comunque spero che non finisca come nel 1938, che in qualche modo si riesca a contenere la voglia di guerra del dittatore del nostro tempo più vicino ai nostri confini: Vladimir Putin. E fa impressione rileggere il discorso che nel 1938 fece Winston Churchill in Parlamento dopo l’accordo siglato a porte chiuse a Monaco tra il premier inglese, Neville Chamberlain, quello francese, Édouard Daladier, il nazista Adolf Hitler e il fascista Benito Mussolini sullo smembramento e l’annessione alla Germania di un pezzo di territorio della Cecoslovacchia.
Il premier inglese che firmò il trattato lo giustificò come pegno per la pace. Qualche giorno dopo ci fu il dibattito in Parlamento e Churchill pronunciò queste parole, dure, che lette oggi mettono i brividi. Basta togliere Cecoslovacchia e mettere Ucraina, Putin al posto di Hitler e sembra di leggere quello che potrà accadere domani. A noi, qui in Europa, non a Trump e alla sua corte di fedeli adoranti.
Disse Churchill: “… È tutto finito. Muta, triste, abbandonata, smembrata, la Cecoslovacchia svanisce nell’oscurità. Ha pagato sotto ogni aspetto il suo legame con le democrazie occidentali e con la Lega delle Nazioni, di cui è sempre stata alleata fedele. Questa è una sconfitta totale e assoluta. In un periodo che si può misurare in anni, ma anche solo in mesi, la Cecoslovacchia sarà inghiottita dal regime nazista […] Ci troviamo di fronte ad un disastro di prima grandezza che si è abbattuto sulla Gran Bretagna e sulla Francia. Non inganniamoci su questo […] Il primo ministro auspica relazioni cordiali tra la Germania e il nostro Paese. Non abbiamo nessuna difficoltà a stringere relazioni cordiali con il popolo tedesco. Il nostro cuore gli è vicino. Ma esso non ha nessun potere. Si possono avere rapporti diplomatici e corretti, ma non ci può essere amicizia tra la democrazia britannica e il potere nazista, il potere […] che accompagna al suo cammino un paganesimo barbaro, che esalta lo spirito di aggressione e di conquista, che trae forza e un piacere perverso dalla persecuzione e sfrutta come abbiamo visto con brutalità spietata la minaccia della forza omicida. Mai siffatto potere potrà essere l’amico fidato della democrazia inglese. Trovo intollerabile l’idea che il nostro Paese cada sotto il potere e l’influenza e nell’orbita della Germania nazista […] Non mi lamento del nostro popolo leale e coraggioso […] Ma esso deve sapere che vi sono state gravi negligenze e lacune nelle nostre difese; deve sapere che abbiamo subito una sconfitta senza guerra, le cui conseguenze ci accompagneranno a lungo […] Non pensate che sia finita; questo è solo l’inizio della resa dei conti, solo il primo passo, un assaggio dell’amaro calice che verrà propinato anno per anno, se non risorgeremo per difendere la libertà come in passato, ritrovando con uno sforzo supremo la salute morale e il vigore marziale […] Potevamo scegliere tra il disonore e la guerra, abbiamo scelto il disonore e avremo la guerra…“.
* Agenzia Dire (www.dire.it)