giovedì 21 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Un bilancio della realtà in piazza

Un altro bilancio con la realtà. Esiste ancora un pezzo, un qualcosa per noi: come questo sole.

di Sara di Antonio
Anche oggi sono qui, in questa piazza che lentamente diventa mia amica e confidente. Oggi il cielo è bello ed è terso, come solo le giornate fredde di febbraio sanno fare; e tra pochi giorni inizierà il febbraio dei compleanni, degli anniversari e dei ricordi.
Uno dei mesi più intensi dell’anno, che si sposa con la tradizione carnevalesca e ci lascia ubriachi di feste e scorpacciate, con quella sensazione di post sbornia che ci rende malinconici dopo che siamo stati irruenti.

Nel freddo, sotto il sole, una sola piccola stella in cielo a ricordarci che calerà la notte anche stasera, e anche stasera faremo un altro bilancio con la realtà. Sebbene il bilancio classico non funzioni più: rispetto alla fredda equazione dei guadagni e delle perdite, stavolta riesco solo a fare incetta di momenti e, momenti belli, perché non sono più capace di ricordarmi quelli brutti.

Le risate di V. quando mi racconta degli episodi banali per strada, in una maniera che riesce a fare ridere chiunque, e inciampiamo e ridiamo come due ragazzine; la grazia con la quale G., presto sedicenne, si muove nel lasciare una stanza, avanzando come se delle onde invisibili di seta e velluto la seguissero per omaggiarne tutto il corpo; le battute sciocche dei miei fratelli che oramai, diventati più che adulti, riescono a esprimere ancora la gioia indefinibile dei ragazzini, pure al telefono; la capacità di razionalizzare di chi mi fa compagnia, in particolare di A., che mentre mi allaccio le scarpe su una sedia come se fossi un cowboy, è capace sempre di dirmi qualcosa di importante in maniera diretta e divertente.

E poi le voci gentili di chi ascolta, scuote la testa, ti capisce anche nel silenzio. Indosso sempre un cappotto diverso, che continuo a cambiare nervosamente, giorno dopo giorno, sognandone uno, secco, dritto e tutto nero.
Il cappotto, non quello di Gogol, che diventerebbe un’uniforme, una specie di mascheramento per affondare il mio corpo ogni giorno in questa realtà, sempre più estranea, sempre più incomprensibile e violenta.Eppure così cara, quando ci ricorda prepotentemente che esiste ancora un pezzo, un qualcosa per noi: come questo sole, come questa vita, che se ci si fa coraggio, esiste ancora.
#bonjour #voilà

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