Grande attesa per il concerto di Bruce Springsteen, giovedì 18 maggio, al parco urbano di Ferrara. Tornano le zone rosse e gialle, e i disagi
di Claudia Zamorani
A Ferrara stanno per tornare le zone rosse, arancioni e gialle, come in tempo di lockdown, di pandemia. I ragazzi, in quella giornata, potrebbero tornare alla didattica a distanza, la famigerata dad, che abbiamo imparato a conoscere durante i mesi del covid.
Potrebbe succedere ai ragazzi del liceo Carducci, situato troppo vicino alla zona proibita del parco nei piani comunali dell’emergenza viaria. La soluzione, per avere meno macchine in circolazione, sarebbe semplice: chiudere la scuola e collegarsi tutti da casa. Poca spesa, molta resa.
Ferrara si prepara a diventare internazionale, quasi in assetto antisommossa, e ad accogliere l’atteso concerto di Bruce Springsteen, in programma giovedì 18 maggio nella fragile cornice del Parco Bassani: la prima delle tre tappe italiane del Boss. Attese 50mila persone, il 15% stranieri, più di un terzo di tutta la popolazione residente, che ne conta 130mila o poco meno.
La città rimarrà praticamente paralizzata per due giorni. L’indicazione ai ferraresi per il giovedì del Boss è non usare l’auto e di non attraversare il centro. Tutti a casa quindi o tutti in bici, e speriamo che almeno quel giorno non piova.
La zona rossa, che costeggia il parco appena fuori dalle mura (che si dipana lungo l’asse via Canapa, Fratelli Rosselli fino all’ ultimo tratto di via Porta Catena passando per via Bacchelli e via Gramicia) sarà accessibile in auto solo ai rocker muniti di biglietto. I residenti invece andranno a piedi. A loro il transito in auto sarà vietato.
Saranno impegnati 180 agenti di polizia locale su più turni, a cui si aggiungono le forze dell’ordine più 579 ‘operatori a disposizione del pubblico’. La zona rossa sarà costantemente monitorata da 20 telecamere di sicurezza, ragion per cui i residenti intenzionati a fare i furbetti e partire di sottecchi a bordo dell’auto sono avvisati.
Da parte sua l’amministrazione rassicura che sono poche le persone che risiedono nella zona rossa (non si capisce quindi perché il divieto dell’auto) e si vedranno presto recapitata a casa una lettera del Comune. Perché, come viene spiegato, serve la collaborazione di tutti.
Peccato che, in vista del grande evento, non sia stato avviato un percorso partecipato con gli stessi residenti, e con tutti i cittadini, per ascoltarne necessità, segnalazioni, proposte e avviare assieme un percorso condiviso.
Lo dimostra la scarsa attenzione che l’amministrazione ha avuto in questi mesi nei confronti del comitato ‘Save the Park’, molto preoccupato per l’impatto che il concerto potrebbe avere sul fragile equilibrio ambientale del parco. Da mesi va ripetendo che il concerto si deve fare, ma in un ambiente più adatto a ospitare un evento di siffatte proporzioni, con tanto di proposte alternative, rimaste però sempre inascoltate.
Ma le cose possono cambiare. La città chiede ancora una volta di essere ascoltata, partecipata perché stanca di sovrani che procedono a gamba tesa a suon di comandi, editti e missive riparatrici.