sabato 26 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

USA / Trump le spara grosse, è irritato dalla rimonta di Kamala Harris

Donald Trump comincia ad avvertire il cambiamento del vento elettorale: con Biden la sua campagna per le presidenziali sembrava andare a gonfie vele, con l’ex presidente sicuro di tornare alla Casa Bianca. Con l’entrate in scena di Kamala Harris le cose, però, si sono complicate, prima fra tutte il fatto che la vicepresidente candidata democratica risponde sempre per le rime alle provocazioni del suo avversario. Il quale comincia a tirare fuori dal suo armamentario retorico frasi come “Kamala Harris porterà il comunismo in America”, oppure che “la candidata dem è una stupida”, a beneficio del suo elettorato composto da gente poco colta e preparata, ma facilmente influenzabile.

Dopo aver annunciato meno di una settimana fa che non intendeva confrontarsi in tv con Kamala Harris perché “tutti sanno chi è lei e chi sono io”, certo delle preferenze a suo favore nei sondaggi, il Tycoon ora ci ripensa e cambia strategia. L’arrivo della nuova candidata infatti, ha riaperto totalmente la partita e ridato slancio alla campagna elettorale democratica. Non solo Kamala Harris ha recuperato i punti di svantaggio che Biden aveva su Trump, ma ha anche superato l’ex presidente nella raccolta fondi.

Sono segnali, secondo i giornali e le tv che hanno innervosito l’ex presidente Usa e lo hanno costretto a rivedere la sua posizione. Così nella conferenza stampa di Mar-a-lago in Florida, Trump ha affermato che “ci sono le condizioni per tre dibattiti con Harris”: su Fox News il 4 settembre, sulla ABC il 10 settembre e sulla NBC il 25 settembre.

Al momento l’appuntamento confermato è solo quello del 10 settembre. A confermarlo è stato lo stesso canale televisivo ABC sui canali social, spiegando che entrambi i candidati hanno accettato il confronto. C’è da aggiungere che la Harris ha detto no a un confronto tv sulla Fox, la tv di estrema destra americana famosa per la sua aggressività e per il lancio di notizie spesso adulterate dalla propaganda.

Durante la conferenza, Trump è tornato anche sulla vicenda di Capitol Hill per difendere le persone che hanno partecipato all’assalto del 6 gennaio 2021, secondo lui trattate molto duramente. Poi l’errore clamoroso: “Nessuno è stato ucciso”. Ma a smentire il tycoon, sono i fatti, perché negli incidenti ben cinque persone hanno perso la vita e un centinaio sono rimaste ferite. Durante il suo discorso, Trump ha tirato in ballo anche Luther King, affermando che il 6 gennaio per lui c’era un pubblico più numeroso di quello presente al discorso “I Have A Dream” dell’attivista pronunciato nel 1963.

LE SPARATE DI TRUMP

Bufera in USA per le parole del candidato repubblicano alla Casa Bianca ed ex Presidente Donald Trump. A destare tanto clamore, questa volta, è il paragone in cui si inerpica l’ex Presidente, associando i suoi comizi e quelli di Martin Luther King. Dalla Florida, a Palm Beach, il tycoon si espone a un confronto scomodissimo, tirando in ballo uno dei leader americani più amati di sempre. Secondo Trump, infatti, il numero di persone che hanno assistito al suo discorso davanti alla Casa Bianca il 6 gennaio 2021, giorno dell’assalto a Capitol Hill, fu maggiore rispetto a quella presente il 28 agosto 1963 al Lincoln Memorial, quando Martin Luther King tenne il celebre discorso “I have a dream”.

Il tycoon ha detto: “Nessuno ha parlato a folle più grandi di me. Se si guarda a Marthin Luther King quando ha fatto il suo discorso, il suo grande discorso, e si guarda al nostro, stesso spazio, stesso tutto, stesso numero di persone. Anzi, noi ne avevamo di più. Hanno detto che lui aveva un milione di persone, ma io ne avevo 25.000. Ma quando si guarda la stessa identica immagine e tutto è uguale, perché si trattava delle fontane, di tutto l’insieme, da Lincoln a Washington. E si guarda la foto della sua folla e della mia folla. In realtà, avevamo più persone. Hanno detto che io avevo 25.000 persone e lui un milione. E mi sta bene perché mi piaceva il dottor Martin Luther King”.

Parole che, ovviamente, hanno scatenato reazioni in tutto il Paese, comprese bordate di critiche. A partire dalla famiglia di MLK. Bernice King, avvocata e attivista, figlia di Martin Luther, sbotta su X e commenta così il video di Trump: “Assolutamente non è vero. Vorrei tanto che la gente smettesse di usare mio padre per sostenere menzogne”.

In realtà, l’ex Presidente è smentito dalle statistiche del Nation Park Service e dell’Associated Press: nel 1963 parteciparono circa 250.000 persone alla Marcia su Washington per il lavoro e la libertà, mentre AP fa sapere che nel nel 2021 circa 10.000 sostenitori di Trump erano presenti a Capitol Hill.

Trump si è poi impegnato in una forzata tesi difensiva delle persone che assalirono il Campidoglio americano 3 anni fa: “Credo che le persone che hanno vissuto il 6 gennaio, di cui molti non parlano molto, siano state trattate in modo molto duro e molto ingiusto, se paragonate ad altre cose che hanno avuto luogo in questo Paese. Nessuno è stato ucciso il 6 gennaio. Erano lì per lamentarsi di un’elezione”. Anche in questo caso, è la cronaca di quelle ore drammatiche a smentire il candidato repubblicano. Nell’assalto al Campidoglio morirono cinque persone, tra cui un agente di polizia.

LA SCELTA DI KAMALA: UN VICE PROGRESSISTA

Kamala Harris ha scelto come vice uno di sinistra non a parole: Tim Walz, 60 anni, sposato, due figli, è governatore del Minnesota, uno degli Stati chiave per le presidenziali americane. Sua la definizione di successo per la coppia Trump-Vance: “plain weird”, semplicemente bizzarri.

Walz è molto amato per la politica progressista che ha praticato dall’offrire pasti gratuiti agli scolari all’implementare il congedo parentale retribuito in Minnesota e nel far avanzare i diritti civili. Il confronto che si delinea fra il ticket democratico Harris – Walz e la coppia repubblicana Trump – Vance é quindi quello fra la componente più conservatrice del mondo repubblicano e la componente progressista del composito universo democratico che va dai pacifisti all’ala texana della Great Society di Lyndon Johnson, che durante la sua presidenza promosse ampie riforme sociali e di avanzamento dei diritti e dall’altra intensificò la guerra in Vietnam.

Harris e Walz partiranno per fare campagna elettorale in alcuni Stati particolarmente contesi come il Wisconsin, il Michigan, la Carolina del Nord, la Georgia, l’Arizona e il Nevada.  Nome a sorpresa, è emerso da un campo di candidati che erano più conosciuti e provenivano da Stati che avrebbero portato più vantaggi politici.

Kamala Harris
“Un liberale incompetente”. Così la campagna di Donald Trump ha già iniziato a definire Tim Walz, il governatore del Minnesota che Kamala Harris ha scelto come suo vice secondo le indiscrezioni di Cnn e Ap. Il team di Donald Trump subito attacca Walz. Fonti della campagna di Trump citate dalla CNN definiscono Walz come un radicale di sinistra’. Secondo una fonte dell’entourage di Trump, Harris “si è inginocchiata di fronte alla sinistra antisemita e anti-israeliana e ha scelto qualcuno di pericolosamente progressista come lei”. Sui social media il super Pac pro-Trump Make America Great Again Inc ha scritto che “il governatore Tim Walz e Kamala Harris andranno molto d’accordo. Sono entrambi radicali di estrema sinistra che non sanno come governare”.

 

L’ex Segretario di Stato e candidata dem alla presidenza del 2016, Hillary Clinton, ha elogiato la decisione della vicepresidente Kamala Harris di scegliere il governatore del Minnesota Tim Walz come suo compagno di corsa. “Sono emozionata di vedere Tim Walz unirsi al ticket democratico – ha scritto Clinton sui social – Dall’offrire pasti gratuiti agli scolari all’implementare il congedo parentale retribuito in Minnesota, Walz si impegna a fare del bene in tutti i modi possibili. Sara’ un partner incredibile per la nostra prima donna presidente. Andiamo a vincere”, ha scritto Clinton.

E arrivato anche l’endorsment della coppia Barack e Michelle Obama (sotto): “Tim Walz crede che il governo lavori per servirci. Non solo alcuni di noi, ma tutti. È questo che lo rende un governatore eccezionale, ed è questo che lo renderà un vicepresidente ancora migliore. Michelle e io non potremmo essere più felici per Tim e Gwen, per la loro famiglia e per il nostro Paese”.”Quando un candidato alla presidenza sceglie un compagno di corsa, dice molto su chi è e su che tipo di presidente sarà.  Sceglierà una persona inesperta e polarizzante che approfondirà le nostre divisioni? Oppure sceglieranno qualcuno con la capacità di prendere decisioni difficili e con il carattere di credere che ogni voce conta e che tutti meritano le stesse possibilità? Scegliendo Tim Walz come vicepresidente tra una rosa di democratici eccellenti, Kamala Harris ha scelto un partner ideale e ha chiarito esattamente ciò che rappresenta”. (In collaborazione con Agenzia Dire – www.dire.it)

 

Statement Obama su Tim Walz

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