(S.A.di professionereporter.eu) — Secondo il Digital News Report 2024 dell’Istituto Reuters, l’interesse per le notizie è in calo, la fiducia è stabile, ma a livelli inferiori rispetto agli anni della pandemia, e la disponibilità a pagare per le news online è scarsa. La crisi della stampa tradizionale è accelerata dalla predominanza della pubblicità online gestita da giganti come Google e Facebook.
Il 39% degli intervistati di tutto il mondo afferma di evitare le notizie, con un incremento del 3% rispetto all’anno precedente. “I conflitti in Ucraina e Medio Oriente potrebbero aver avuto un impatto”, sottolinea il Rapporto. Questo trend è più evidente in Paesi come Brasile, Spagna, Germania e Finlandia. L’interesse per le notizie è crollato in Argentina, dal 77% nel 2017 al 45% attuale, e nel Regno Unito, dove è sceso al 38% rispetto al 2015. In stallo gli abbonamenti: solo il 17% dichiara di aver pagato per le news. “Le prospettive di attirare nuovi abbonati restano limitate per lo scarso interesse e l’abbondanza di fonti gratuite. Il 55% di chi attualmente non è abbonato non pagherebbe nulla per le notizie online”, osserva la ricerca.
Il Digital report è il risultato di migliaia di interviste ad addetti ai lavori in 47 Paesi è ed è arrivata alla tredicesima edizione. In Italia, la fiducia complessiva nelle notizie rimane stabile al 34%, un dato inferiore al picco raggiunto durante la pandemia di Coronavirus. Tra le testate, l’Ansa si distingue per essere la più affidabile, il 75% degli italiani vi ripone fiducia: l’Agenzia è in testa per il settimo anno consecutivo. Seguono Sky Tg24, Il Sole 24 Ore e Tg La7. Ansa.it è il terzo sito d’informazione più visitato settimanalmente, con il 18% degli utenti che lo naviga ogni settimana. Primo sito è Fanpage, secondo TgCom24 online, quarto SkyTg24, quinto Repubblica.it. Tra tv e radio, i tg Rai sono primi, seguiti da Mediaset, TgCom24, SkyTg24. Solo il 10% degli italiani paga per accedere ai contenuti.
Solo il 13% degli intervistati utilizza fonti di stampa, un calo del 3% rispetto all’anno precedente. Anche la televisione vede una diminuzione di quattro punti percentuali, scendendo al 65%. Il 69% delle persone fruisce delle notizie online, con una leggera diminuzione dell’1%. L’82% degli italiani intervistati legge le notizie tramite smartphone.
La crisi dei giornali si è intensificata a causa di un significativo calo delle copie vendute (-37% dal 2019 al 2023) e degli inserzionisti, che preferiscono altre piattaforme. La pubblicità online ha ormai superato quella televisiva e della carta stampata, rappresentando il 58% del totale. Google e Facebook dominano il mercato della pubblicità digitale, assorbendo l’85% dei ricavi e lasciando agli editori solo una piccola parte (15%).
Nel mondo, sei persone su dieci (59%) sono preoccupate per la difficoltà di distinguere i contenuti affidabili da quelli inaffidabili online, soprattutto su piattaforme come TikTok e X (ex Twitter). Questo nell’anno in cui miliardi di cittadini sono chiamati alle urne per scadenze elettorali.
L’uso dell’intelligenza artificiale generativa per le notizie suscita cautela: solo il 15% in Europa (23 per cento negli Usa) è favorevole alla scrittura prevalentemente con IA e supervisione umana. Tuttavia, c’è una maggiore apertura verso notizie scritte da giornalisti con l’ausilio dell’IA: il 33% in Europa è favorevole, il 42 per cento negli Usa
Il formato video sta guadagnando popolarità per la fruizione delle notizie, con il 66% delle persone che vi accede settimanalmente, soprattutto tra i giovani. I podcast, invece, restano “un’attività minoritaria”. La fruizione delle news dai social tradizionali come Facebook e X è in calo.