giovedì 16 Gennaio 2025

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

VASCO ROSSI a Salvini: “Non ci sto, il nuovo Codice della strada rovina vite”

Vasco Rossi torna a parlare del nuovo Codice della strada sui suoi social rispondendo al ministro Matteo Salvini. In particolare, Vasco ha parlato dell’uso di sostanze stupefacenti prima di mettersi al volante: a metà dicembre, aveva denunciato come bastasse fumare una “canna” qualche giorno prima di un controllo stradale per vedersi la patente ritirata. Le affermazioni avevano provocato la replica da parte di Salvini, che aveva invitato il cantante a parlare con le famiglie delle vittime di incidenti provocati da chi guida sotto effetto di stupefacenti. Dura la risposta del cantautore: “Io non ci sto“.

Il ministro aveva lamentato la cattiva informazione attorno al nuovo Codice della strada, rispondendo al cantante a metà dicembre: “Lo adoro come cantante. Tutti i tipi di droga fanno male. Vorrei che non si confrontasse con me, ma con i parenti di qualcuno che è morto coinvolto in un incidente stradale che ha visto come protagonista qualcuno che guidava sotto effetto di stupefacenti. Non c’è da ridere quando si parla di alcol e droga“, le parole.

Un’interpretazione delle sue parole che non è piaciuta al cantautore, che ha deciso di replicare attraverso un post su Instagram: “Io non ci sto. Non ho mai detto che ci si può mettere alla guida da ubriachi o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Non consiglio di fumare o di bere. Non consiglio niente“. Poi ha ribadito il suo punto di vista sulla modifica del vecchio Codice apportata da Salvini: “Ho detto che il nuovo Codice della strada di Salvini è un’assurda propagandistica modifica della vecchia legge che prevedeva già il ritiro della patente per chi guida sotto l’effetto di cannabis. Ma dopo una settimana si guida perfettamente lucidi. È una cosa inaccettabile che dovrebbe essere evidente a chiunque“.

Vasco ha sottolineato che, secondo lui, le modifiche rischiano di causare più danni che giovamento: qui non si salvano le vite, ma se ne rovinano molte altre. Viene introdotta una ingiusta caccia a comportamenti, peraltro perfettamente legali, come l’utilizzo della cannabis a scopo terapeutico.

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