Non siate protagonisti del digitare compulsivo ma, siate creatori di novità”. Così Papa Francesco nel piazzale antistante la Basilica della Salute, a Venezia, nel corso dell’incontro con quasi 1.500 giovani provenienti dalle 15 diocesi del Triveneto. “Siate creativi con gratuità, date vita a una sinfonia di gratuità in un mondo che cerca l’utile. Allora sarete rivoluzionari. Andate, donatevi senza paura”, ha aggiunto.
L’invito ad “alzarsi” dal Papa ai giovani nell’incontro alla Salute. “Alzarsi da terra, perché siamo fatti per il Cielo. Alzarsi dalle tristezze per levare lo sguardo in alto. Alzarsi per stare in piedi di fronte alla vita, non seduti sul divano”. “Alzati e vai”, ha ripetuto più volte il Pontefice, facendolo ripetere anche ai giovani. “Avete pensato che cosa è un giovane tutta la vita seduto su un divano?”… “Ognuno ha un tesoro da condividere con gli altri”, “questo non è autostima, è realtà”, ha detto il Papa ai ragazzi. Due di loro hanno poi regalato a Francesco una forcola, l’alloggiamento mobile dei remi nelle imbarcazioni tradizionali veneziane.
I rappresentanti delle società remiere hanno salutato il motoscafo con a bordo il Papa diretto alla basilica di Santa Maria della Salute con il tradizionale gesto dell'”alzaremi”: antica forma di saluto e di rispetto tributata dai vogatori che si fermano, si alzano e tengono il proprio remo verticale.
Nell’incontro all’interno della struttura carceraria della Giudecca, Papa Francesco ha denunciato come “il carcere sia una realtà dura, e problemi come il sovraffollamento, la carenza di strutture e di risorse, gli episodi di violenza, vi generano tanta sofferenza”. Ma, ha aggiunto: “può anche diventare un luogo di rinascita, morale e materiale, in cui la dignità di donne e uomini non è ‘messa in isolamento’, ma promossa attraverso il rispetto reciproco e la cura di talenti e capacità, magari rimaste sopite o imprigionate dalle vicende della vita, ma che possono riemergere per il bene di tutti e che meritano attenzione e fiducia”. “Per questo”, ha aggiunto inoltre, “è fondamentale che anche il sistema carcerario offra ai detenuti e alle detenute strumenti e spazi di crescita umana, spirituale, culturale e professionale, creando le premesse per un loro sano reinserimento… Non dimentichiamo che tutti abbiamo errori di cui farci perdonare e ferite da curare, e che tutti possiamo diventare guariti che portano guarigione, perdonati che portano perdono, rinati che portano rinascita”, ha concluso il Pontefice.