giovedì 31 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Manager inglesi e paperoni svizzeri minacciano di emigrare in Italia

Poveri ricchi, si sentono assediati e non più al sicuro nei loro bunker o nascondigli fiscali che si sono costruiti nel corso di decenni a casa loro. In Europa comincia a soffiare un vento da sinistra e cominciato a preoccuparsi.  Due notizie rimbalzano in questi giorni sui social media e sui giornali. La prima arriva da Londra e riguarda i supormanager della City, la seconda, una vera sorpresa, dalla Svizzera dei grandi patrimoni.

I supermanager della City di Londra, vale a dire coloro che maneggiamo milioni di sterline, euro, dollari, dracme e pesetas… ben nascosti nei fondi e nei vari sottoscala societari, stanno facendo le valigie per venire, sapete dove?, a Milano, la città che piace tanto e dove saranno accolti in un nuovo club esclusivo. Addio Londra quindi. I supermanager della City hanno scelto la capitale economica d’Italia, così scrive La Repubblica. Con il cambio del premier, dal liberista e miliardario Sunak al laburista Starmer, il regime fiscale britannico potrebbe diventare svantaggioso sul cosiddetto “carried interest”, immagino gli interessi che vengono incassatii dai vari fondi. Milano è assai più conveniente dal punto di vista fiscale, inoltre la città offre scuole internazionali, ristoranti eleganti e per il prossimo anno si ipotizza che il numero dei nuovi arrivi salirà del 50%. (La foto è tratta da “www.repubblica.it)

Ma la cosa più sorprendente, che demolisce un luogo comune radicato da sempre, arriva dalla Svizzera dove si son fatti sentire i giovani socialisti. I quali hanno promosso una iniziativa in favore del clima che  ha già raccolto migliaia di firme ed è stata quindi convalidata affinché venga sottoposta a referendum. Prevede una imposizione del 50% sulle tasse di successione sopra i 50 milioni di franchi, ora esenti da qualsiasi prelievo. I proponenti dicono: “Una piccola minoranza trae profitto dallo sfruttamento del pianeta”.

Lanciata l’agosto dell’anno scorso dal letto riarso del fiume Emme, l’ “Iniziativa per il futuro” della Gioventù Socialista (Giso) ha raccolto più di 130’000 firme e si tradurrà quindi in un referendum popolare, specialità svizzera. A comunicarlo, come riportato da diverse testate elvetiche, sono gli stessi giovani che confermano come «la domanda referendaria sarà deposta a Berna».

Ma di che si tratta, in soldoni? Il testo vuole che i patrimoni superiori ai 50 milioni di franchi svizzeri (un franco è quasi pari a un euro o poco più) vengano sottoposti a una tassa di successione del 50%. Gli introiti, stimati dalla Giso nell’ordine dei 6 miliardi di franchi all’anno “prelevati” da circa 2’000 persone, verrebbero poi impiegati da Confederazione e Cantoni per fronteggiare le sfide della crisi climatica.

«È tempo che i super-ricchi paghino», è stato il commento sulle pagine del TagesAnzeiger del presidente Nicola Siegrist, «quella del clima è l’emergenza più grande che ci troviamo a fronteggiare e, fino a ora, Governo e Parlamento sono stati del tutto incoerenti».

Il fatto di mettere i ricchi “nel mirino”, è sensato per la Giso (Gioventù Socialista): «Diversi studi mostrano come, in media, inquinino 20 volte più di una persona del ceto medio». L’ “Iniziativa per il futuro”, sostenuta anche da parte del Partito Socialista, è la seconda – sempre proveniente dalla sinistra – per introdurre un’imposta di successione a livello federale. In quel caso, era il 2015, il popolo l’aveva bocciata con un netto 71%.

Contrari alla proposta dei Giovani socialisti sono soprattutto i partiti borghesi, Udc e Plr in testa. La preoccupazione è quella della fuga di “Paperoni” ad alto reddito che hanno scelto la Svizzera come nuovo domicilio (un esempio recente, i multimilionari norvegesi) e che parlano di «effetto boomerang». Uno dei duemila miliardari svizzeri, definito dai giovani socialisti “un criminale fiscale”, ha minacciato di emigrare in Italia. Il modo migliore di accoglierlo – scrivono sui media italiani alcuni attivisti del clima, sarebbe approvare una legge identica.

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